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  • Immagine del redattoreRebecca Diamante

Qualche giorno fa ascoltavo una conversazione

qualche giorno fa ascoltavo una conversazione, era un video su youtube, in cui erano presenti tre ragazzi (due di loro sui 23 anni e il terzo circa 35). parlavano di ragazze, ergo di sesso. ognuno di loro doveva raccontare una storia e alla fine bisognava indovinare se ciò che esponevano fosse vero o falso.


comincia il primo (non trovo l'indicare l'età un elemento rilevante) e raccontava.. "al mio amico gli dissi, stasera prendiamoci due ragazze in discoteca e divertiamoci".

nel dire ciò, uno dei tre ha esclamato, "ma che modi di parlare, PRENDIAMOCI due ragazze! mica sei al supermercato!".

a tale appunto, il ragazzo si è corretto e ha detto "si, volevo dire incontriamo delle ragazze e se ci stanno le invitiamo poi a casa, se loro gradiscono".


continua a raccontare.. "il mio amico aveva quella più carina, a me invece è stata assegnata quella che, per i miei canoni estetici, non rientrava nei miei gusti".

di nuovo interviene l'altro ragazzo, "ma come parli! mi è stata ASSEGNATA! prima hai detto ci PRENDIAMO, adesso mi è stata ASSEGNATA! ma guarda che le donne non sono oggetti, o una bottiglia del supermercato che la usi a piacimento e la butti!".

si è scusato nuovamente, si è corretto per placare l'animo dell'amico inorridito e ha continuato a raccontare..


ora, il mio pensiero: da come si esprimeva, il messaggio che traspare è che vede le persone, nel caso in questione la donna (se vede tutti in tal modo non posso saperlo, ovviamente) come un OGGETTO, nel vero senso della parola: c'è la macchina, la casa, il frigorifero, le scarpe, le persone, le chiavi.. tutto nel medesimo calderone.

nella sua "crudezza", nel suo distacco emotivo verso l'altro individuo, non fa altro che esprimere solamente e onestamente la REALTA' della natura, nel caso specifico di ciò che pensa veramente - come il restante 99,9% dell'umanità, eccetto la propria mamma se si ha la fortuna di avere un genitore che ti AMA, altrimenti neanche quella.

in virtù di ciò, essendo degli organismi viventi con funzione pratica di oggetto/utensile utile per qualcun altro, allora è giusto che, per usufruirne, divertirsi e svagarsi, bisogna pagare.

vuoi andare in piscina? paga.

vuoi fare un giro in elicottero? paga.

vuoi la suite vista dolomiti? paga.

vuoi scoparti un corpo? paga.

ti serve il cacciavite? vai, compralo.

vuoi la compagnia di qualcuno per pranzare? paga.

vuoi una casa? paga.

ti serve la stampante? comprala, paga.


non esistono i sentimenti; piuttosto, sono illusioni con le quali si vuole credere di "umanizzare" l'altro, slanciarsi GRATUITAMENTE verso di esso, mentre invece non si fa altro che soddisfare le proprie pulsioni, e quindi bisogni.

tutto è incentrato su se stessi poiché dall'ottenimento dei vantaggi si favorisce la propria sopravvivenza.

non si nasce empatici, la natura non lo prevede. è una capacità che deve essere insegnata - probabilmente per regolare i rapporti all'interno di un contesto sociale, di condivisione dello spazio con altri individui all'interno della comunità. E' come leggere, scrivere, parlare, suonare uno strumento, non sono capacità naturali e spontanee. Pensate, semplicemente, a quanto sia artificioso imparare una lingua straniera - pensiero annesso poiché devi anche ragionare con quell'idioma.

ritornando all'empatia, in base alla propria indole e/o intelligenza, si può utilizzare o meno, decidere di accantonarla e/o farne uso in modo selettivo, parsimonioso - elargita indistintamente può risultare molto deleteria per la propria sopravvivenza.

ognuno può pensare dell'altro ciò che vuole, alla fine sta anche dall'altra parte se acconsentire l'associazione di quel pensiero a identificazione della propria persona. viceversa, sommo è ciò che ognuno pensa di se stesso - l'unico giudizio che ha valore - e, sopratutto, farsi sempre pagare - e remunerare a propria volta poiché i favori sono, per me, sinonimo di debito.

vedo nel baratto, ergo lo scambio, l'elemento più naturale che esista.

@SweetLucifer1

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